Lunedi 24 Ottobre 2011
Sveglia alle 7 e abbondantissima colazione: Nutella, burro, marmellata, succo d'arancia, cappuccino e fantastiche paste alla crema appena sfornate. Per la cronaca, Lollo ne mangia una e io mangio le tre che rimangono, evvai! Poi, giusto il tempo di sgombrare la camera dal casino che avevamo fatto e di preparare le borse, e si parte! Abbiamo un attimo di tracollo quando ci danno il conto del pernottamento più la mangiata del giorno prima, ma pazienza, ormai è fatta e la mente e tutta concentrata sulla tappa di oggi. E poi i due gestori, fratello e sorella, son simpatici in fondo, ci hanno preso in simpatia per l'idea un po' stramba di fare questo giro nonostante il freddo e la nebbia... e in un certo modo e un po' tutto il baretto dell'albergo e i vecchini mattinieri che fanno il tifo per noi =) Giusto il tempo di sentire l'ultimo commento sportivo del fratello - “Oh ma lo sapete cosa ha fatto il Milan? Perdeva 0-3 e ha finito 4-3” - e via per l'avventura!
Ad essere onesti, prima di partire lasciamo all'albergo una borsa a testa con le cose più pesanti ed inutili per il giro che stavamo per fare. Infatti, il nostro piano sul percorso residuo è cambiato. Dal momento che per il giorno successivo è prevista pioggia e nessuno di noi ha voglia di farsi un viaggio in discesa verso Firenze sotto il diluvio, abbiamo deciso di tagliare il finale e raggiungere invece come obiettivo la vetta più alta dell'intero percorso, il Monte Poggiaccio a 1200 metri sul livello del mare. Yeah.
Morale, si parte in mezzo ad una nebbia fitta fitta che avvolge tutto, ci si infila nel bosco e si inizia una lunga e lenta salita. Il paesaggio è bellissimo. Non si vede oltre un metro dentro al bosco da entrambi i lati, tutti i rumori sono attutiti e, in effetti, non si sente nessun rumore, neanche gli uccelli nel bosco. Non passa quasi nessuna macchina e sembra di essere davvero fuori dal tempo.
Dopo cinque kilometri abbondanti di salita, finalmente arriviamo a Pian di Balestra - luogo di antiche battaglie tra Romani e Galli - da cui il sentiero prosegue sterrato. Passiamo di fianco alle ultime villone, difese da cani incazzatissimi, e poi ci inerpichiamo per un sentiero in mezzo al bosco, a volte sconnesso e troppo sassoso, a volte piatto e infangato, ma sempre terribilmente in salita. Ma non c'è nulla di cui lamentarsi quanto al paesaggio...spettrale e magico insieme. E dopo poco incominciamo ad incontrare le prime tracce di storia, la prima è una cava a vista da cui sono state estratte le pietre per lastricare la via romana (Flaminia minor, Flaminia militare) che passava proprio lungo questo percorso.
La salita continua quindi fino a che non incontriamo un vecchio sbarramento, di cui rimangono solo i piloni laterali di cemento. Si tratta del confine tra Emilia-Romagna e Toscana, suggestivissimo qui, nelle nebbie, in mezzo al bosco, lungo questo sentiero selvaggio. Dopo le foto di rito ed un altro po' di salita, passando prima per casolari abbandonati, strumenti agricoli ibernati e fermi sul ciglio della strada e piccole a grandi aperture nella boscaglia che fanno passare folate di vento e pioviggine, inizia finalmente la discesa. Abbiamo passato il Monte Bastione, nome azzeccatissimo.
La discesa prosegue lungo lo stesso tipo di sentiero, sempre sconnesso e a tratti infangato, ma davvero bellissimo. Dopo un po', un bel cartello giallo ci segnala che a pochi passi dal sentiero attuale ci sono alcuni tratti a vista della via Flaminia, fichissimo! Dopo un piccolo raccoglimento lirico, immaginando legioni in marcia serrata, carovane mercantili che arrancano circospette tra le nebbie, corrieri che portano notizie di vittorie e di disfatta...riprendiamo il cammino.
Ogni tanto ci sono degli squarci sulle vallate sottostanti, altre volte la vista si apre su piccole radure locali, magari con una casa abitata, degli animali al pascolo e qualche cane che abbaia, ma per il resto l'impressione è quella di essere veramente lontani da tutto e da tutti. A un certo punto il sentiero esce dal bosco e ci troviamo davanti un cancello con un cartello “Chiudere il cancello, grazie” ed una bella mucca disegnata sopra. Si entra in un altipiano erboso immerso nella nebbia, i prati sono tutti ondulati ed al centro di questi prati c'è una bella casona di sasso con a lato un recinto, che probabilmente serve a contenere le mucche che vengono lì su a pascolare.
Proseguendo raggiungiamo la Piana degli Ossi - un antico sito per la produzione di calce viva mediante forni interrati - e quindi l'incrocio Passeggere, il punto più basso della discesa. Da questo punto in poi, incomincia la salita per il Poggiaccio. Ancora una volta, andiamo avanti passando per tratti fangosi e per tratti ripidi e sassosi... fino a quando il sentiero si fa così scomodo che decidiamo di appoggiare la bici e proseguire a piedi.
Oramai è imperativo conquistare la cima! La nebbia è sempre più fitta e ogni tanto viene giù qualche piccolo scroscio d'acqua, ma noi non ci facciamo intimorire e arriviamo fino in cima! Foto di rito, mezza barretta di cioccolata a testa - la cioccolata della vittoria =) - e via verso il ritorno, arrancando su per le salite e godendoci alla fine tutta la discesona che ci riporta a Madonna dei Fornelli. Più di due ore per andare, quindici minuti per tornare, tanto per darvi una idea!
A Madonna dei Fornelli ci fermiamo rapidamanete all'albergo per ritirare le borse messe da parte e per salutare e poi si riparte. Il diabolico piano prevede a questo punto di scaracollarci per quattro kilometri in discesa fino a San Benedetto val di Sambro, comune principale della zone, per cui passa il treno per Bologna. Senonché le nostre informazioni non erano proprio precise precise. Ci dicono che la stazione non è poi proprio, proprio a San Benedetto... è almeno una quindicina di kilometri più in là, di cui almeno tre in salita! E che sarà mai! Affrontiamo questa botta finale di salita e poi ci lanciamo per altri 4 kilometri in discesa verso la stazione che si trova giù, giù nel fondovalle! In questa giornata, passata a viaggiare sparati in discesa, ci siamo spostati di 900 metri in altitudine in praticamente un'oretta!
Arrrivati in stazione, scopriamo che il treno giusto arriverà a minuti e che quello successivo passerà dopo un'ora... e allora via di corsa col lavoro di squadra: Lollo va a cercare il binario giusto e il vagone delle bici ed io cerco di procurare i biglietti. Il compito più facile? A quanto pare anche qui c'è un buon margine per incamellarsi...mi rifilano due biglietti sconto giovani senza sovratassa bicicletta per un totale di uno sconto pazzesco, ma cosa volete che ne sappia io? Io credevo di essere stato chiaro: “due biglietti sola andata per Bologna e per due bici”... voi cosa capireste? Ad ogni modo, il controllore ha pietà di noi e lascia passare. Solo qualche fermata ci separa da Bologna... e dire che in bici sembrava così lontana! Va beh, momento di autocelebrazione... ce l'abbiamo fatta e abbiamo salvato l'onore, siamo stanchi come stracci bastonati, ma l'impresa è compiuta. Yeah!
FINE...?
Indiana Pipps
Un blog senza pretese... pensieri, storie, foto e racconti di viaggio :)
lunedì 31 ottobre 2011
venerdì 28 ottobre 2011
In Mountain Bike lungo la Via degli Dei - 2° puntata
Domenica 23 Ottobre 2011
MONZUNO - MADONNA dei FORNELLI
Sveglia alle 7.30, voglia di alzarsi zero. Ma come, finalmente coi primi raggi mi sono scaldato i piedi e ci dobbiamo già schiodare?! E sì, la strada chiama e il cespuglio pure... Va bene, si disfa il campo, si fa colazione con una bella barretta energetia al vinavil e purè di mela e si parte per Monzuno! Ma un attimo... la gomma di Lollo è di nuovo sgonfia! Nessun problema, a qesto punto però lo spray tappabuchi non glielo leva nessuno, ma come si fa? Gonfia la bici, metti lo spray e... te lo sputa tutto fuori. No. Sgonfia la bici (e esce altra schiuma) e sparacene ancora. Sembra tenere. Quindi gonfia, tappa e speriamo in bene!
Arrivati a Monzuno c'è da segliere, si va a fino in cima a Monte Venere o ci si gira intorno? Dopo la giornata precedente passata a spingere bici su per sentieri sterrati, vediamo un cartello stradale per Madonna dei Fornelli, la destinazione successiva a Monte Venere, e decidiamo di seguire quelli per fare un po' di strada confortevole... bella idea, se non chè la strada asfaltata si scaracolla giù in discesa e, come niente, ci perdiamo 300 metri in altezza che ci eravamo guadagnati il giorno precedente! La prendo con grande signorilità e pacatezza. Non mi scompongo. E' tutto ok. Non ho pensato ad ogni singolo istante della discesa quanto avremmo dovuto pagare pegno in salita. Non l'ho fatto. Proprio no. ...ma caaaazzo!!!
E vabbè... Con tanta pazienza e buona volontà insistiamo lungo la strada asfaltata che ora è nel fondo valle e, puntando sempre a Madonna dei Fornelli, piano piano ricominciamo a salire. Meno male che c'è il sole! Dal fondo valle vediamo le pale eoliche del Monte Galletto sul quale avremmo dovuto inerpicarci... tutto sommato è più comodo così. Quindi superiamo un bivio che vorrebbe mandarci a Monghidoro e puntando a Castel dell'Alpi aspettiamo la nostra deviazione per Madonna dei Fornelli.
Dopo un altro po' di salita non intensa, ma persistente, ecco la nostra strada! Se non chè, subito ci si para davanti un bel cartello di strada chiusa... ma chiusa per chi? Per tutti tranne che per i residenti, e quindi ovviamente, tranne anche per noi, no? E via dritti. Naturalmente questo era il momento di pagare tutta la discesona di prima e quindi ci tocca una bella e lunga salitona. Il paesaggio però e bellissimo, tra boschi di castagni e, quasi in cima, la vista della vallata.
Si respira un'aria pungente di montagna e il paese ha un'aria accogliente con i suoi tre alberghi-ristoranti impaccati sulla piazza principale. Da qui la nostra tabella di marcia prevederebbe di scalare altri due monti e di arrivare, scaracollandosi in discesa lungo il versante dell'ultimo picco, fino alla Futa, dove fare tappa. Un breve consulto basta a constatare che siamo già stremati e che non riusciremmo mai ad arrivare alla Futa in giornata... Ma la cosa non ci preoccupa più di tanto, in fondo siamo in vacanza!
Morale, decidiamo di fermarci in uno degli alberghi in paese, prendere una stanza per la notte, farsi una bella doccia calda e una bella mangiata... e così facciamo, a puntino, con una gran magnata di tortelloni burro e salvia, carne alla griglia, cream caramel e caffé, il tutto annaffiato con una intera bottiglia di vino bianco! Il pranzo si protrae fino alle 4 del pomeriggio tra una chiacchiera e l'altra e poi, buonanotte a tutti!
Ci si sveglia alle sette e mezza di sera solo per darsi un contegno e non permettersi di tirare dritti fino alla mattina. Che squallore? Ditemelo dopo che avete pedalato in salita per un giorno e mezzo! E quindi, che fare? Lollo guarda un po' di TV e io vado a fare ua passeggiata fuori. L'aria è fresca e croccante, il cielo stellato e l'atmosfera del paese bellissima... mi sembra di essere in un momento sospeso nel tempo e me lo godo tutto, bello coperto, senza neanche sentire freddo... volevo cenare con un'altra fetta di crem caramel, ma non è possibile e devo accontentarmi di un croccantino al sesamo.... Però quando torno in camera Lollo ha trovato un bel film su Nixon e il caso Watergate e così la serata passa guardandosi il filmone. Buonanotte!
CONTINUA...
giovedì 27 ottobre 2011
In Mountain Bike lungo la Via degli Dei - 1° puntata
E' da un anno che ci pensiamo e ci è voluto un mese per prepararla... giusto quanto serviva per far arrivare il freddo!
Ma pazienza, l'avventura è l'avventura e gli intrepidi Lollo e Giò, schivando tutti gli anatemi dei parenti, partono lo stesso...
Materiale e vestiario tecnico è stato acquistato on-line, rigorosamente su ebay: portapacchi, sacche posteriori, luci e segnalazioni, tende e provviste. Nonché revisione alla bici, studio del percorso, del meteo e dei treni per il ritorno. Non manca più niente, e via!
Sabato 22 Ottobre 2011 - BOLOGNA - MONZUNO
Ritrovo alle 8.30 a casa di Lollo dalla Certosa. Ultimi carichi e ritocchi, cuffia guanti e partenza. Si costeggia la Certosa si imbocca il lungo Reno fino al Talon e si entra. Il percorso prevede di costeggiare il Reno sul lato est, ma è pieno di buche... "so io come arrivare a Sasso!", dice Lollo, e ci mettiamo a seguire una strada asfaltata, privata e poco trafficata fino a un bivio, presso Pontecchio, in cui apparentemente si può scegliere solo tra Statale per Sasso o Autostrada... allora via per la statale!
Se non che, l'uscita di Sasso è sbarrata. Allora noi si esce lo stesso per provare a svicolare, ma finiamo il un borghetto di case di sasso, dove ci viene in aiuto un fantastico maghrebino che ci dice che abbiamo sbagliato tutto... dobbiamo ritornare indietro, andare alla stazione prendere un paio di ponti e puntare verso le Ganzole... "Stazione? Ma certo!", Lollo finge di aver capito e ci approntiamo a tornare sulla statale... Tutto liscio fino all'incrocio? No. A Lollo si rompe triangolo sotto cannone. Non chiedetemi perché! Comunque, lo ripariamo con lo spago e ripartiamo e...vissero felici e contenti? Neanche stavolta. A metà strada si accorge che manca il coltellino a quindi torniamo indietro, lo troviamo e finamente ripartiamo per la statale in direzione Bologna...
Arrivati all'imbocco ci viene l'illuminazione: "Dobbiamo andare in paese! Verso la stazione di Pontecchio, poi un po' a sud e poi attraversare l'autosrada, facilissimo!" ...gasati da questa illuminazione diabolica ci lanciamo e, subito, ci infognamo nella zona industriale piena di capannoni e a cui si accede da un inquietante cancello di cui solo un fantomatico amministratore ha le chiavi. Boh. Pedalando verso sud con fiducia incrollabile, arriviamo finalmente in vista della stazione... è fatta! è lì! Sì, ma in mezzo c'è una alta rete di metallo. Ma lo fanno apposta?!?! ... e c'è pure il ponte proprio lì, quello che passa sull'autostrada e punta al radioso appennino, cazzo!
Va bene, contegno. Una staffetta in avanti verifica che nulla è perduto, c'è un passaggio nella rete, stretto ma accessibile, per il ponte, e anche gli operai al lavoro in stazione ci grugniscono che, sì, per quel ponte si va per la Gazole. Grande! Passiamo lo sbarramento, ci inerpichiamo e siamo di là dall'autostrada, e subito il paesaggio cambia e diventa bellissimo... prima incrociamo un bellissimo edificio merlato e poi passiamo per uno strettissimo ponte sospeso ad una carreggiata sola (ma proprio una sola, eh! Nel senso che se ci passa una vecchia panda, non ci passo io in bici...) sul Reno... e siamo finalmente in aperta campagna!
Vai, siamo finalmente riusciti a lasciarci la città tentacolare alle nostre spalle! Dopo poco poi, il primo cartello della Via degli Dei ci fa sentire per la prima volta sicuri di essere sulla buona strada... ora non possiamo sbagliarci! Pedaliamo e pedaliamo e ad un certo punto appare un segnale CAI che ci dice di deviare bruscamente in una direzione che non aspettavamo. Appunto. ...grandi elucubrazioni, controlli di mappe, bussole, guida e speculazioni sul senso dei cartelli del CAI... morale, non abbiamo capito un cazzo e decidiamo di seguire lo stesso questo sentiero imprevisto. Vai, mezz'ora di pensate e dopo due pedalate ci troviamo nel retro di un grande capannone con tanto spiazzo e parcheggio che sembra un ritrovo di bande per sfide e sparatorie... Vabbè. Torniamo indietro. Riprendiamo incerti la strada fino a che, ad uno sperdutissimo centro di riciclo totale dell'HERA, non ci confermano che siamo sulla buona strada per le Ganzole, grande! Ci danno due indicazioni e, dopo neanche cento metri, ritroviamo i cartelli della Via degli Dei...evvai! Ci dimentichiamo delle Ganzole e iniziamo la prima vera salita su per via Colliva...
Grande fatica e grande sudata, tieni la cuffia, togli la cuffia e altre grandi manovre... e incontro con una coppia da ridere di ciclisti... l'esperto super equipaggiato che aveva già fatto tutti quei sentieri mille volte in moto, bici e quant'altro, ma senza GPS era perso... e l'altro, degno gregario con i pantaloni da ciclista più belli che abbia mai visto, a strisce colorate che sembrava un misto tra Arlecchino, un clown e Pantani.
Dopo aver litigato con la mia catena e aver fatto un altro po' di salita tosta ci troviamo davanti ad una scelta...una strada lunga, asfaltata, ma mal segnalata, con pendenza non esagerata che passa anche per una vite secolare, o una salita pazzesca su per via Orchidee che dopo poco diventa sterrata e ancora più ripida? Esatto. La seconda. E con questo ci siamo giocati le gambe per il resto della giornata.
Il paesaggio però è bellissimo, l'aria fresca e la giornata di sole splendente. Proseguiamo per i sentieri lungo i crinali, spaziando su tutte le valli circostanti, finchè, ad incrocio, chi troviamo? La mitica coppia di ciclisti di prima, che dopo un altro po' di consigli si congeda per tornare giù verso Sasso.
Noi invece proseguiamo, tra sentieri e strade asfaltate verso Monte Adone. Qui Lollo si accorge di avere una gomma a terra e quindi prontamente ci fermiamo per usare il nostro spray tappabuchi di emergenza. Prima diamo una bella rigonfiata alla gomma e, visto che sembra che non perda, decidiamo di tenerla così... speriamo in bene.
Lungo il nostro percorso incontriamo un altro ciclista a cui raccontiamo dei nostri piani di arrivare fino a Firenze. Entusiasta ci dice che anche lui è da tanto che lo vuol fare, ma che nessuno vuol mai venire con lui... Ci fa compagnia fina alla base di Monte Adone e ci scambiamo i numeri di telefono per metterci d'accordo per futuri altri giri in bici. A questo punto, per gli eroi, è prevista la salita sul monte... un simpatico sterrato col 30 percento di pendenza equivalente. No, grazie. Noi evitiamo la salita a Monte Adone e puntiamo per Brento. Oramai però è ora di pranzo...che si fa? Beh, si sta poco a pensare, abbiamo con noi delle belle barrette energetiche. Ce ne pappiamo una a testa e via! Che c'è di meglio ad una barretta di crusca compressa al sapore di manzo e miele? Una taverna montanara. Come quella che c'era due curve dopo... Eee pazienza!
E' ora di pensare al prossimo obiettivo... aggirare e superare Monterumici! Questa cima si trovava lungo la Linea Gotica, su cui si asserragliarono i Tedeschi per diversi mesi. Ci avviciniamo lungo una bellissima strada di crinale e imbocchiamo la strada che ci gira attorno, con ottima vista sul Monte Adone che ci siamo lasciati dietro. Lungo la strada superiamo allegramente due coppie di trekkers che stanno percorrendo la Via degli Dei a piedi. Dopo poco però imbocchiamo una strada sterrata segnalata dai cartelli CAI e a breve ci ritroviamo a scarpinare, spingendo la bici, in alto verso Monterumici. Ma non dovevamo girarci intorno? Avremo preso la deviazione sbagliata? Troppo tardi per recriminare...oramai i trekkers a piedi incontrati prima ci stanno alle calcagna e, con uno scatto di orgoglio, copriamo a balzi l'ultima salita e ci immettiamo nuovamente in strada in direzione Monzuno, la nostra tappa per questo primo giorno.
Vai, ancora un tratto in salita, in mezzo ai boschi e asfaltato e poi è fatta! Ogni pedalata è una sofferenza ormai, ma il costante pensiero di una salsiccia alla griglia fa miracoli, come noto... A qualche chilometro di distanza dal paese, però, il percorso devia su di un sentiero e ricominciano un po' di saliscendi nel bosco. E vabbè, vai col sentiero.
Ma non tutto il male viene per nuocere, proprio in questa parte boscosa Lollo identifica una bella radura dove accamparsi. L'unico problema è che ci manca l'acqua. Dopo un tentativo infruttuoso, troviamo una coppia che molto gentilmente ci ricarica le borracce. Sarà mica freddo dormire accampati fuori il 22 di Ottobre? Ma noooo, dai! Si torna alla radura e incominciano le grandi manovre... ci si veste per la sera - calzamaglie e piles in abbondanza - togliendosi tutti i vestiti bagnati e mettendoli a stendere con uno spago tra de alberi, Lollo prepara il fuoco e le cibarie e io studio per montare la nostra nuova tenda.
Dopo un oretta, tutto è pronto, ci facciamo una scorpacciata di piada con salsiccia, melanzane e rucola e buonanotte a tutti! Sono le 19.30 a far bene, ma siamo cottissimi.
CONTINUA...
sabato 21 novembre 2009
Finalmente un nuovo racconto di viaggio! =)
Ve l'ho detto che un po' alla volta arrivavano!
Questo è il turno del viaggio in campeggio in centro Italia! Buon divertimento! =)
martedì 11 agosto 2009
Grecia e Istanbul !!!
Il Diario del Viaggio in Grecia e Istanbul 2008 è finalmente on line!
Con tanto di foto e faccine...! =)
Attendete fiduciosi per la pubblicazione degli altri racconti! =)
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